La sindrome allucinogina o psilocibinica è una sindrome a breve latenza, che insorge da 15 minuti a 2 ore dopo l’assunzione dei funghi e si manifesta con dolori addominali, nausea, disorientamento spazio-temporale, allucinazioni visive e uditive, delirio e stati schizofrenici. Le specie responsabili comprendono tutte quelle appartenenti ai generi Psilocybe, Conocybe, Paneolus e Stropharia, Mycena Pura e Amanita Muscaria. Sul territorio italiano si possono trovare: Psilocybe Cyanescens, Psilocybe Semilanceata, Gymnopilus Spectabilis, Mycena Pura e Amanita Muscaria (vedi sindrome panterinica).
I principi attivi, oltre che nei carpofori, sono contenuti anche nelle formazioni pseudo-scleroziali del micelio. Sono dei derivati triptaminici, resistenti al calore e all’essiccamento, rappresentati soprattutto dalla psilocibina e dal suo derivato defosforilato inattivo chiamato psilocina. La psilocibina e la psilocina sono molecole analoghe alla dopamina e alla serotonina e pertanto ne mimano l’azione. A livello del Sistema Nervoso Centrale, la psilocibina entra in competizione con i recettori della serotonina, poiché possiede una struttura simile a quest’ultima. La psilocibina e la psilocina stimolano il sistema serotoninergico, in quanto sono agoniste attive dei recettori della 5 idrossitriptamina e della bufotenina. Queste tossine hanno in comune con la serotonina un anello indolico, il che giustifica la loro azione serotoninergica e l’effetto simpaticomimetico che producono. La bufotenina (o 5-idrossi-N, N-dimetiltriptamina), isolata da alcuni rospi appartenenti al Genere Bufo è una triptamina, e possiede effetti allucinogeni. . La psilocibina è una sostanza dissociativa della personalità, non dà tossicità acuta, ma produce effetti allucinogeni. Sia la Psilocina che la psilocibina hanno inoltre azione analoga all’LSD. Sono sufficienti 4-8 mg di psilocibina presente in 20 g di funghi freschi o in 2 g di esemplari secchi per generare allucinazioni.
La sintomatologia comprende dolori addominali, nausea, disorientamento spazio-temporale, allucinazioni visive e uditive, delirio, stati schizofrenici, fino alle alterazioni delle funzioni respiratorie e cardiache. La risposta clinica dipende dalla dose, dalla modalità di raccolta e conservazione dei funghi, dal titolo in principio attivo, nonché dalle modalità di assunzione, dal temperamento e dalla personalità psicofisica del soggetto, che le assume. L’ingestione di 1 mg di psilocibina provoca una soggettiva modificazione dello stato psichico in 30 minuti. Gli effetti sono in genere sensazioni piacevoli di distensione intellettuale, fisica e di distacco dall’ambiente. Dosi di 6-20 mg determinano profonde modificazioni psichiche con distorsione dello spazio e del tempo, illusioni e allucinazioni. Generalmente la durata dell’effetto è di 2 ore. Inoltre possono manifestarsi midriasi, ipertensione, ipertermia e tremori. Gli effetti della psilocina e della psilocibina sono comparabili a quelli provocati dalla mescalina e dell’acido lisergico (LSD) o di altre amfetamine.
Nelle manifestazioni acute, legate a concentrazioni in psilocibina di 10 mg/Kg pc, subentrano effetti deleteri, come ipotermia, tachipnea, tachicardia ed ipertensione sanguigna, che perdurano diverse ore dopo l’assunzione delle tossine. Queste micotossine agiscono a livello di S.N.C. generando disturbi psichici ingravescenti come: euforia, agilità, spigliatezza, pazze risate, falsa percezione della realtà, ansia, aggressività, allucinazioni tattili, acustiche, zooptiche (in queste ultime il soggetto vede animali spaventosi e potrebbe gettarsi dalla finestra per evitarli). Se la dose ingerita è eccessiva, è addirittura possibile il suicidio. Si tratta comunque di una dose piuttosto elevata che, anche in considerazione del basso contenuto di tossine nei carpofori, rendono le intossicazioni acute accidentali piuttosto rare.
Il trattamento consiste, come per le altre intossicazioni da funghi, nella decontaminazione precoce (lavanda gastrica e carbone in polvere a dosi ripetute) in associazione all’infusione di liquidi. Devono inoltre essere adottate tutte quelle procedure atte a far regredire le allucinazioni. Può essere eseguito, se necessario, il trattamento psichiatrico.
Di seguito vengono elencate le caratteristiche morfologiche delle specie responsabili della sindrome allucinogena (per le caratteristiche morfologiche dell’Amanita Muscaria si rimanda all’articolo sulla sindrome panterinica)
Psilocybe Cyanescens
Il suo cappello può raggiungere un diametro massimo di 5 cm. Negli esemplari giovani il cappello ha forma conica per poi diventare ondulato con la crescita. Quest’ultima caratteristica contraddistingue questo fungo dagli altri. Il colore del cappello è marrone chiaro che tende al grigio negli esemplari più vecchi. La sua superficie diventa viscida con il tempo umido. La sua carne è sottile e fragile e diventa blu una volta esposta all’aria. Odore e sapore sono farinacei.
Le lamelle sono larghe e distanziate, di colore beige da giovani tendono al grigio con l’invecchiamento. Il gambo è sottile, di forma cilindrica e fibroso; può misurare fino a 6 cm di altezza. Il suo colore è biancastro macchiato di grigio. Come le altre parti del fungo diventa blu una volta toccato. Questa reazione è dovuta alla presenza di psilocibina.

Psilocybe Semilanceata
Si tratta di un fungo di piccole dimensioni, il suo cappello varia dai 0,5 ai 1,5 cm di diametro. Il suo aspetto varia in base all’ambiente e alle condizioni climatiche in cui cresce. È infatti un fungo igrofano, ovvero cambia colore in base all’umidità che assorbe. La sua colorazione varia quindi dal bianco grigiastro con tempo umido, al giallognolo marroncino con tempo secco.
Le lamelle sono mediamente fitte e libere, ovvero separate dal gambo. Il loro colore è grigio che tende a scurirsi con l’invecchiamento del fungo. Il gambo è molto sottile e delicato, il suo diametro si aggira sui 2 millimetri mentre la sua altezza può arrivare fino ai 10 cm. Il gambo non ha mai una forma dritta infatti è sempre piuttosto ondulata. Il suo colore va dal bianco al marrone chiaro mentre la sua consistenza è elastica e fibrosa.

Gymnopilus Spectabilis
Presenta un cappello dapprima emisferico poi convesso, infine espanso, a volte con un leggero umbone, carnoso, liscio, di colore giallo-oro, giallo-arancio, cuticola coperta da fibrille o squamule di color marrone; margine spesso, a lungo involuto, normalmente appendicolato per i resti dell’anello. Le lamelle sono molto fitte, smarginate e decorrenti per un dentino, larghe, giallo oro-crema o giallo-marrone-rosso, color bruno-ruggine in vecchiaia e aventi filo intero. Il gambo è massiccio, cilindrico, radicante, fusiforme, ingrossato al centro, pieno all’inizio, cavo a maturazione, fibroso, color crema-zolfo, sopra l’anello è ricoperto da una pruina biancastra, al di sotto da fibrille e da squamule. Provvisto di anello ampio, membranoso, che lascia frequentemente lembi all’orlo del cappello, giallastro, giallo-bruno, color ruggine in tarda età per il colore della sporulazione.

Mycena Pura
La Mycena Pura è un fungo di piccole dimensioni. Il suo cappello, inizialmente conico, poi convesso e infine piano, può raggiungere i 6 cm di diametro. Il suo colore è piuttosto variabile, può infatti assumere sfumature che vanno da bianco grigio all’azzurro violetto, a volte anche rosacee. Le lamelle sono piuttosto fitte, di colore biancastro con riflessi violacei.
Il gambo, di forma cilindrica allargata alla base, può raggiungere un’altezza di 6 cm. Il suo colore è simile a quello del cappello. All’interno è cavo con consistenza fibrosa.

Sarah Bertozzi, RN, MSN
Bibliografia
Assisi F. I funghi: guida alla prevenzione delle intossicazioni. Centro Antiveleni Ospedale Niguarda
Auerbach PS, Cushing TA, Stuart Harris N. Auerbach’s Wildeness Medicine. 7th Edition. Elsevier
Johnson C, Anderson S, Dallimore J, Imray C, Winser S, Moore J, Warrel D. Oxford Handbook of Expedition and Wilderness Medicine. 2nd Edition. Oxford University Press
http://www.centroantiveleni.org
