Come Affrontare il Rischio di Valanghe: Consigli Pratici

Le valanghe rappresentano uno dei maggiori pericoli naturali in ambiente montano durante la stagione invernale. Comprendere le loro caratteristiche e adottare misure di sicurezza appropriate è essenziale per chi pratica attività outdoor come lo sci alpinismo, l’escursionismo su neve e le spedizioni wilderness.

Negli Stati Uniti si verificano ogni anno circa 100.000 valanghe, di cui circa 100 provocano feriti, morte o distruzione di proprietà. Lungo l’arco alpino muoiono, a causa di valanghe, un centinaio di persone durante la stagione invernale; il numero varia in funzione dell’innevamento di ogni versante (italiano, austriaco, ecc.) e della stratificazione del manto nevoso. Il problema degli incidenti da valanghe riguarda non solo le nazioni tipicamente alpine come l’Austria (che registra il 26% dei morti dell’arco alpino), ma anche l’Italia con, circa, 1 vittima su 5 del totale, per stagione invernale. Nel nostro Paese, nel periodo novembre 1984 ‒ maggio 2018, sono stati censiti 1582 incidenti da valanga che hanno determinato la morte di 726 persone, ovvero 46 morti ogni 100 incidenti noti. Negli ultimi 10 anni (2009-2018) questo tasso di mortalità è diminuito al 38%, ma rimane pur sempre un indice elevato, specie se rapportato a quello relativo all’incidente automobilistico che è dell’1,85%.

Una valanga è una massa di neve che si stacca da un pendio montano e scivola verso valle. Questo fenomeno può avvenire in diverse condizioni e con dinamiche variabili, spesso con conseguenze devastanti per l’ambiente e per chi si trova nel suo percorso.

Le principali tipologie di valanghe includono:

  1. Valanghe a lastroni: causate dal distacco di una lastra di neve compatta su uno strato sottostante meno stabile. Rappresentano circa il 90% delle valanghe che coinvolgono persone.
  2. Valanghe di neve a debole coesione: si verificano con neve fresca e leggera, tipiche dopo abbondanti nevicate.
  3. Valanghe di neve bagnata: provocate da un aumento della temperatura o da pioggia che rende la neve pesante e instabile.
  4. Valanghe miste: combinazioni delle tipologie sopra, spesso imprevedibili e molto pericolose.

Anche se il manto nevoso sembra non essere altro che una spessa coltre omogenea che ricopre il terreno, si tratta in realtà di uno dei materiali più complessi presenti in natura. La neve è molto variabile, esiste spesso contemporaneamente nelle fasi solida, liquida e gassosa e può subire cambiamenti significativi in periodi relativamente brevi a causa di fattori ambientali. In ogni luogo, il manto nevoso stagionale varia dall’alto verso il basso e risulta in una complessa struttura a strati, il cui studio viene definito stratigrafia.

Una proprietà della neve è la resistenza o durezza, che è di grande importanza per la formazione di valanghe. La disposizione dello scheletro del ghiaccio (cioè il reticolo dei cristalli di ghiaccio all’interno del manto nevoso) e la variazione della densità (cioè la massa per unità di volume, tipicamente rappresentata come chilogrammi per metro cubo [kg/m3]) producono questa ampia gamma di condizioni. La forma dei cristalli è uno dei fattori che influenzano la densità della neve: i cristalli iniziali che cadono dall’atmosfera hanno una varietà di forme e alcuni sono più ravvicinati di altri. Ad esempio, i cristalli aghiformi si compattano più strettamente dei cristalli stellati; quindi la densità della neve composta da aghi compressi può essere da tre a quattro volte maggiore di quella della neve composta da stelle. Man mano che le forme dei cristalli si semplificano, possono assemblarsi più strettamente insieme, migliorando assestamento e resistenza dello strato.

Cristalli di neve: classificazione e forme

Il vento può alterare la forma dei nuovi cristalli di neve e romperli in pezzi molto più piccoli che si assemblano più strettamente insieme a formare lastre. Tali lastre possono possedere una densità da 5 a 10 volte quella dei nuovi cristalli che cadono in assenza di vento. Poiché questi processi si verificano in tempi e luoghi diversi sulla superficie del manto nevoso e vengono sepolti dalle nevicate successive, ne risulta una struttura stratificata varia ed eterogenea. I singoli cristalli di ghiaccio possono muoversi e scivolare uno accanto all’altro e, poiché la forza di gravità li fa spostare lentamente verso il basso, lo strato si può restringere.

I cambiamenti metamorfici nella neve fresca si verificano generalmente entro poche ore o pochi giorni. Tuttavia, la struttura del manto nevoso stagionale cambia nel corso di settimane o mesi attraverso altri processi. Uno dei fattori predominante include la differenza di temperatura misurata verso l’alto o verso il basso nello strato di neve, chiamata gradiente di temperatura: in media diurna, le temperature della neve sono generalmente più fredde vicino alla superficie e più calde vicino al suolo alla base del manto nevoso, il che crea un gradiente di temperatura attraverso uno strato di neve che è inserito tra l’aria fredda invernale e il terreno relativamente caldo. Gli effetti dei gradienti di temperatura e pressione sui vari strati del manto nevoso provocano una metamorfosi nella composizione (metamorfismo cinetico), che può favorire lo scivolamento degli stessi e la formazione della valanga.

I fattori che influenzano il rischio di valanga possono essere suddivisi in tre categorie principali:

  1. Condizioni meteorologiche: nevicate abbondanti, venti forti e rapidi aumenti della temperatura possono destabilizzare il manto nevoso;
  2. Caratteristiche del terreno: i pendii con inclinazioni tra 30° e 45° sono i più soggetti a valanghe. La presenza di ostacoli naturali come rocce o alberi può influire sulla dinamica del fenomeno;
  3. Attività umana: il passaggio di persone o veicoli può innescare valanghe, specialmente su pendii già instabili.

Per ridurre il rischio legato alle valanghe, è fondamentale una pianificazione accurata e l’adozione di comportamenti responsabili:

  1. Preparazione e informazione:
    • Consultare il bollettino valanghe aggiornato, disponibile presso i servizi meteorologici locali o tramite app e siti web dedicati (es. AINEVA, ARPA, Valanghe.report);
    • Conoscere le condizioni meteo e l’evoluzione del manto nevoso.
  2. Equipaggiamento personale:
    • ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), pala e sonda sono strumenti imprescindibili per la sicurezza.
    • Indossare uno zaino con airbag per aumentare le probabilità di rimanere in superficie in caso di valanga.
  3. Formazione e consapevolezza:
    • Frequentare corsi di sicurezza in montagna e imparare a utilizzare correttamente l’ARTVA e gli altri dispositivi.
    • Allenarsi nelle tecniche di autosoccorso e riconoscimento dei segnali di instabilità del manto nevoso.
  4. Comportamenti prudenti:
    • Evitare di attraversare pendii ripidi durante o subito dopo forti nevicate o rapidi aumenti di temperatura.
    • Mantenere distanze di sicurezza tra i membri del gruppo per ridurre il carico sul manto nevoso.

In caso di valanga, la tempestività dell’intervento è cruciale.

Chi assiste a un evento deve:

  1. Chiamare immediatamente i soccorsi: contattare il numero di emergenza locale fornendo informazioni dettagliate sulla posizione.
  2. Utilizzare l’ARTVA per localizzare i travolti e scavare rapidamente con pala e sonda.
  3. Prestare primo soccorso: controllare le vie aeree e le condizioni generali della vittima, tenendo conto del rischio di ipotermia.

In conclusione le valanghe sono un rischio inevitabile in ambiente montano innevato, ma con una preparazione adeguata e l’utilizzo di strumenti idonei, è possibile ridurre significativamente il pericolo. La sicurezza dipende da una combinazione di conoscenze tecniche, esperienza e responsabilità individuale. Per chi opera in ambiti di medicina wilderness, è fondamentale integrare queste competenze con la capacità di gestire emergenze in contesti estremi.

Sarah Bertozzi, RN, MSN

Bibliografia

Auerbach PS, Cushing TA, Stuart Harris N. Auerbach’s Wilderness Medicine. 7th Edition. Elsevier

Pasquier M, Strapazzon G, Kottmann A, Paal P, Zafren K, Oshiro K, Artoni C, Van Tilburg C, Sheets A, Ellenton J, McLaughlin K, Gordon L, Martin RW, Jacob M, Musi M, Blancher M, Jacques C, Brugger H. 2023. On-site treatment of avalanche victims: Scoping review and 2023 recommendations of the international commission for mountain emergency medicine (ICAR MedCom). Resuscitation 184 (2023) 109708

Valt M. 2018. Il monitoraggio del fenomeno valanghivo: dati statistici e aspetti tecnici. Gli incidenti da valanga in Italia.

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